Sab. Gen 25th, 2025

LA DISPLASIA DELL’ANCA NEL CANE

A cura della dottoressa Lazzarotto, medico veterinario che svolge la sua attività a Verona.

Va detto che la displasia dell’anca è una patologia, purtroppo, molto comune, in particolare su cani di taglia media, grande e gigante.

Si tratta, dal punto di vista anatomico, di una patologia ortopedica non traumatica del periodo dell’accrescimento, caratterizzata da una mancanza di congruenza fra le superfici articolari dell’anca, che coinvolge la testa del femore e la cavità del bacino predisposta proprio a contenere la testa del femore.

Dapprima le lesioni interessano le cartilagini, ma in un secondo momento la tendenza di questa malattia è quella di sfociare in artrosi più o meno grave dell’articolazione.

La patologia della displasia è multifattoriale, cioè esistono più cause che possono scatenare la malattia.

Si parla di cause di tipo ereditario, ma non sono da escludere nemmeno quelle ambientali, legate ai luoghi nei quali vive il cane.

Tra quest’ultime sono sotto osservazione da tempo: l’iperalimentazione, cioè l’eccessiva somministrazione di cibo e l’eccessiva attività fisica svolta dal cucciolo.

Ecco perché tra le forme più sponsorizzate di prevenzione si troveranno sempre una dieta equilibrata e l’attenzione ad evitare per il cucciolo un’attività fisica esagerata.

I sintomi della displasia dell’anca si manifestano tra i 5 e i 10 mesi.

I sintomi che si possono notare sono: una zoppia di vario grado se interessato solo uno dei fianchi, mentre si nota una difficoltà a saltare in macchina, una scarsa resistenza alle passeggiate e una andatura a “coniglio” quando corr, nel caso fossero interessati entrambi i fianchi.

Ci sono due tipi di terapie, una è conservativa, nel caso della live zoppia da un lato, l’altra è chirurgica, nel primo caso si interviene evitando il sovrappeso del cane, seguendo una dieta precisa come da consiglio veterinario ed una attività fisica moderata da sospendersi nelle fasi acute della sintomatologia, una forma di attività ideale è il nuoto, perché non sovraccarica le articolazioni, inoltre nelle fasi acute vengono somministrati farmaci antinfiammatori non steroidei per circa 3-4 settimane.

di admin

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